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Sento troppo spesso colleghi agenti letterari o editori dire che gli autori (o aspiranti tali) non leggono. E non si tratta solo perché mostrano lacune linguistiche nei loro manoscritti, ma non leggono proprio le istruzioni di invio di un testo inedito in casa editrice! E, dunque, non guardano nemmeno il catalogo di quell’editore, spediscono a casaccio.

Come pretendono poi di risultare credibili, e quindi di essere pubblicati?

Il sito web di un editore è la vetrina che rappresenta la linea editoriale della casa editrice. Leggerlo, navigare attraverso le sue pagine mi sembra il minimo: non è che il vostro futuro editore chiede che voi autori, addirittura, leggiate i libri che produce, certo che no… ma il sito web, quello va letto.

Se l’editore chiede in valutazione solo 30 pagine, un capitolo o tutto il testo, lo scrive. E va rispettato quello che richiede. Per principio. Se l’editore chiede la sinossi di tutta la trama, compreso il finale del libro, voi scrivetela e mandategliela. Parleremo più avanti di come scrivere una sinossi, ma intanto, sappiate che è vostro compito scriverla e inviarla.

Altrettanto spesso, dato che la maggior parte degli autori (o sedicenti tali) non legge nemmeno le istruzioni per far funzionare un frullatore, si inviano manoscritti identici a qualche libro che l’editore ha già pubblicato; oppure, cose che non c’entrano nulla con la linea editoriale della casa editrice selezionata. Perché? Perché il sito web, che di solito contiene le novità uscite e le collane dell’editore, non viene letto. Si va solo alla pagina “contatti” e “invio manoscritti”, si copia e incolla la mail e si spedisce. Talvolta, si spedisce a indirizzi plurimi, senza nemmeno la decenza di mettere in copia nascosta gli interlocutori.

Ho sentito svariate volte degli autori (così si definiscono) dire che non leggono per “non restare influenzati”, che nemmeno rileggono il proprio manoscritto, perché loro “scrivono di pancia”. Auguri, dico io, se volete essere pubblicati. Lungi da me, però!

Per non parlare poi dei commenti superficiali di vari autori (o aspiranti tali) che bazzicano i social network, commenti ad articoli sul web, ma anche di giornale, di cui ci si limita a leggere solo il titolo, interpretando a caso. La comunicazione sta andando velocissima, ma senza approfondimento la vedo dura farsi una propria opinione, se non basata sul “sentito dire”.

Leggere con calma, studiare, informarsi, confrontarsi, chiedere e, già che ci siete, leggere pure i libri prodotti dal vostro editore ideale. Questo fa la differenza tra un autore che sarà pubblicato e uno che, invece, fa perdere tempo a chi lavora in questo settore.

Autori, voi leggete libri o articoli? Vi informate prima di inviare manoscritti? Fateci sapere la vostra esperienza!

Di solito, gli autori con cui lavoro mi chiedono: “Quanto ci mette una casa editrice a valutare un manoscritto? Quanto devo aspettare per ricevere risposta? Riceverò mai una risposta?”.

E anche tu che leggi, di sicuro, ti sei già posto simili domande. Ti do una risposta sulla base della mia esperienza di quasi 15 anni nell’editoria: Dipende; Dipende; In genere, no.

Quanto ci vuole e quanto c’è da aspettare. Se avete mandato il libro a un editore molto grande, campa cavallo! Ho visto una stanza nella redazione Newton Compton piena solo di carta e manoscritti. La maggior parte dei quali non sarà mai letta. Immagino cosa possa ricevere un editor responsabile di una collana da Mondadori! Ma allora, come fa un editor a smaltire tutti quei manoscritti? Ci sono vari stratagemmi.

In primis, di solito i testi ricevuti via mail si perdono perché arrivano a mail generiche, invece che direttamente alle persone interessate. Una volta che raggiungono la mail o la scrivania giusta, di solito si aprono e si legge sinossi e forse due/tre pagine a caso.

Qualche collega legge le pagine al numero che forma la sua data di nascita!

Passata questa prima scrematura, se ne vanno dritte nel cestino decine e decine di testi che non saranno mai letti fino in fondo. Poi qualcuno rimane, allora l’editor responsabile legge 20/30 pagine. Altra scrematura.

Infine, i testi che sopravvivono a cotanta crudeltà, vanno nelle mani di persone più o meno qualificate, di solito pagate pochissimo (ho sentito 20€ per leggere un manoscritto intero e redigere una scheda tecnica), ma che comunque si leggono i manoscritti ritenuti migliori dal chief editor.

Questi, infine, legge le schede e salva solo pochissime proposte. Poi si passa (in case editrici molto grandi) a una seconda o terza valutazione, soprattutto commerciale. L’ultimo a porre il veto o a firmare il contratto è il direttore editoriale, che spesso si identifica anche con il direttore commerciale.

Quindi, quanto ci vuole? Più la CE è grande, più parliamo di mesi o anche oltre l’anno.

Inoltre, lo scouting delle big non passa quasi mai per mail, bensì attraverso scuole di scrittura, riviste letterarie, premi e concorsi importanti, materiale da agenzie letterarie, classifiche Amazon in caso di autori self… di rado un manoscritto inviato via mail viene preso in considerazione. E, quando accade, sappiate che ha superato tutto questo passaggio di mano in mano, quindi merita sul serio!

Parlando sempre di grosse CE, se il chief editor o chi per lui si mette a rispondere a 100/200 mail al giorno (tante sono le proposte ricevute), oltre a tutte le mail e al resto del lavoro che ha da fare (editing, correzioni, eventi, corri dal capo, rispondi al collega, rispondi alle telefonate…), non lavorerebbe più. Quindi, o scattano le mail automatiche, oppure è più facile che non riceverete mai risposta.

Ora, tutto ciò vi rasserena, vi terrorizza, oppure in qualche modo saperlo vi fa sentire rassegnati e vi dedicherete ad altro, nell’attesa che il vostro libro venga valutato? Fatemi sapere!