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L’editoria non è solo libri. Oggi, sempre più, si spazia anche con i giochi da tavolo, soprattutto in alcuni generi come il fantasy, il “comics & games”.

Ci parla meglio del suo lavoro Spartaco Albertarelli, game designer per alcuni tra i giochi più noti del settore.

Ciao Spartaco, parlaci un po’ di te, di cosa ti occupi?

Io faccio il game designer di professione, mi occupo di giochi da tavolo. Lo faccio da sempre, avendo iniziato nel 1987 in Editrice Giochi, dove sono stato anche il product manager di alcune linee di giochi come Monopoli, Risiko, Scarabeo e Dungeons & Dragons.

Al mio attivo, ho più di 150 giochi molti dei quali pubblicati in diversi paesi del mondo, Corea e Giappone inclusi.

Oggi, sono anche titolare di una piccola casa editrice (KaleidosGames) e mi capita pure di insegnare come progettare giochi. Tengo infatti un corso sia allo IED (Istituto europeo di Design), sia alla SUPER (Scuola superiore di Arte applicata del Castello Sforzesco, antica istituzione milanese, che da tempo non è più al Castello Sforzesco…).

Ho passato la mia vita a occuparmi di giochi, non solo come professione, ma anche come materia di studio. Faccio parte di gruppi che si occupano dell’analisi dei giochi dell’antichità e, più in generale, cerco di studiare tutto quello che accade o è accaduto intorno al mondo del gioco.

Hai qualche aneddoto divertente o che ti ha reso molto orgoglioso del tuo lavoro?

Ne avrei a decine, ma diciamo che la cosa che più mi rende orgoglioso è vedere la gente che gioca e si diverte, magari in una fiera dove il gioco glielo spiego io, ma loro non sanno che sono l’autore…

Chi realizza giochi da tavolo lo fa in primo luogo perché è un appassionato e vedere altre persone appassionarsi a quello che è il proprio lavoro è una sensazione indescrivibile.

Di recente, mi sto divertendo molto a far giocare un gioco che si intitola VektoRace, una corsa di macchine… di carta. Ho proposto nel 2018, insieme all’amico Davide Ghelfi, un gioco progettato come una volta, tutto in carta e cartone, con alcuni elementi da montare incollandoli. In un mondo fatto di APP, e giochi con centinaia di straordinarie miniature in plastica, VektoRace avrebbe dovuto essere un flop. Invece, sta ottenendo un successo fuori da ogni logica, a dimostrazione del fatto che, alla fine, giochiamo perché siamo un po’ bambini e i bambini sono sempre uguali.

Cosa consigli a chi volesse percorrere la tua stessa strada professionale?

Consiglio solo di provarci e di sfruttare al massimo il momento d’oro che stanno vivendo i giochi in generale e quelli da tavolo in particolare.

Non è esistita epoca migliore di quella attuale per provare a trasformare questa passione in una professione, perché il mercato è più vivo che mai.

Come spiego sempre nei miei corsi, la cosa bella è che tutti noi siamo capaci di inventare giochi, per il semplice fatto che lo abbiamo fatto da bambini quindi, a conti fatti, il mio è forse l’unico mestiere al mondo che non richiede di essere imparato ma, al limite, di non essere dimenticato!

Per contattare Spartaco e conoscere i suoi lavori, ecco le sue pagine Facebook:

https://www.facebook.com/spartaco.albertarelli.game.designer/

https://www.facebook.com/VektoRace/