Tag Archivio per: agente letterario

Buongiorno amici lettori e colleghi editori! Oggi, voglio raccontarvi di un’esperienza personale, che dimostra quanto il mondo – sì, anche quello dell’editoria italiana – sia piccolo! E, dunque, quanto sia importante mantenere buoni rapporti con i propri interlocutori, siano essi autori o editori.

L’esordio di Agente letterario

Per chi ancora non mi conoscesse, io ho iniziato il mio percorso come giornalista pubblicista, scrivendo articoli di cronaca locale a Roma; ho poi lavorato nella redazione di un giornale settimanale, che si occupava soprattutto di politica. Infine, mi sono ritrovata… nel mondo dei libri, un mondo meraviglioso, che non ho più lasciato.

Le porte di questo mondo si sono aperte grazie a uno stage formativo che ho fatto presso un editore nazionale, Armando Curcio Editore, dove ho iniziato a “fare carriera” nell’editoria. Ho infatti imparato moltissimo, a partire dalla valutazione tecnica dei manoscritti.

Ricordo la prima volta che, in casa editrice, mi hanno introdotto alla lettura tecnica. Ho “letteralmente” dovuto scartabellare un’intera stanza piena di manoscritti (sì, anche mano-scritti, ovvero scritti proprio a mano!), che all’epoca si inviavano all’editore in formato cartaceo. I primi mesi di lavoro li ho passati tutti così, sotto la guida di un editor esperto, che era il mio mentore e mi ha insegnato il mestiere.

Ho poi proseguito nel lavoro di editing, imparando a migliorare la tecnica di scrittura di molti autori con i quali ho collaborato anche dopo la mia esperienza in Armando Curcio Editore.

Infine, sempre presso la redazione nazionale, sono diventata negli anni responsabile del settore libreria, e ho dovuto per forza entrare nel vivo della ricerca di mercato, imparare a leggere le classifiche dei libri più venduti, riconoscere i manoscritti più spendibili e con maggiori chance di piacere al pubblico più vasto.

La nascita di Agente letterario

Grazie alla mia esperienza presso l’Armando Curcio Editore, quindi, dopo qualche anno ho fatto il grande passo mettendomi in proprio, con tutti i pro e contro che ne derivano – a partire dall’apertura della partita IVA e alle relative tasse (sic!).

È nata così la mia agenzia, Agente letterario, che ormai da 10 anni si occupa di consulenza editoriale, valutazione manoscritti, servizi di redazione e grafica, traduzioni in varie lingue, promozione, ufficio stampa, vendita di diritti all’estero e scouting letterario. Insomma, Agente letterario si occupa del libro a tutto tondo, dall’idea, alla pubblicazione.

Perché Armando Curcio Editore

Qualche tempo fa, grazie a un comune contatto, ho avuto la possibilità di tornare a collaborare con Armando Curcio Editore. Ho ritrovato vecchi colleghi e amici, stretto le mani agli autori che ho aiutato a pubblicare, letto di nuovo il mio nome nel colophon di alcuni libri pubblicati dalla casa editrice. È stato come un tuffo nel passato!

E i progetti in cantiere, soprattutto con i libri per bambini, sono molti. Vi invito a guardare il sito di Armando Curcio Editore e la bellissima collana “Risfoglia”, che ha ottenuto premi e molteplici riconoscimenti, anche presso la Children’s Book Fair di Bologna, il “gotha” dell’editoria per bambini.

Ma Armando Curcio Editore non è solo editoria per bambini. Oltre alle Grandi opere per la quale è da sempre conosciuta, si occupa anche di pubblicare altri generi: narrativa generale; gialli e thriller; romance e fantasy. Proprio per i fantasy, inoltre, ho già in progetto alcuni autori da presentare alla casa editrice, in attesa che possano, finalmente, trovare la collocazione che meritano.

Vuoi anche tu fare un salto di qualità e pubblicare con un grande editore nazionale, con distribuzione Messaggerie libri, il più grande distributore editoriale italiano? Allora, buttati! E mandami il tuo manoscritto inedito in valutazione.

Alla prossima e, come sempre, buona scrittura e buona lettura!

Buongiorno amici autori e colleghi editori! Mi fa piacere oggi parlare di rappresentanza editoriale, che è la parte più difficile, ma anche più stimolante del mestiere di Agente letterario.

Si tratta da un lato di avere “fiuto”, per cercare i migliori talenti inediti, o anche nascosti tra i piccolissimi editori, pronti a emergere con tutto il loro talento. E bisogna avere una buona agenda di contatti, accumulati negli anni, oltre a una notevole dose di pazienza.

Vediamo ora nel dettaglio cos’è la rappresentanza editoriale e come funziona.

Cos’è la rappresentanza editoriale

Si tratta della principale forma di scouting letterario. Tra le miriadi di manoscritti ricevuti e nuovi autori incontrati, si selezionano solo i migliori come tecnica di scrittura, come idea, come stile di scrittura. E la valutazione tecnica è anche una valutazione commerciale: sulla base delle recenti statistiche di vendita di libri in Italia, qual è il testo che in potenza può vendere meglio?

Solo su questi manoscritti, dunque, parte la rappresentanza vera e propria, che è la ricerca dell’editore più giusto per pubblicarli: giusto in termini di collane e catalogo; di distribuzione; di eventi e promozione; di correttezza nei rendiconti e pagamenti.

Come funziona la rappresentanza editoriale

Una volta selezionati i migliori manoscritti, e gli autori più propensi a promuoversi e a comunicare loro stessi, allora si procede alla redazione della scheda tecnica, che è anche una scheda commerciale, rivolta a editor, redattori, editori e agenti letterari.

Si fa quindi una selezione degli editori – che sono già nell’agenda dell’Agente letterario – e si iniziano gli invii singoli, mail per mail, con una lettera di presentazione studiata ad hoc e personalizzata.

Alla fine, nel corso di uno o due mesi, si sollecita una risposta, una lettura, un contatto ulteriore nelle varie fasi di valutazione, che per molti editori sono più di una, e con diverse figure professionali.

Quanto ci vuole per la rappresentanza?

Di solito, la media dei tempi di lettura in casa editrice è di un anno. Con un Agente letterario che sollecita e incontra gli editor in più eventi (Bologna, Torino, Francoforte ecc.), è possibile dimezzare i tempi di valutazione.

Bisogna comunque avere pazienza, perché le redazioni sono piene di manoscritti in lettura e non è facile ottenere una risposta nel giro di poco tempo.

Quindi, se vuoi avere più chance di far leggere il tuo inedito alla persona giusta, al capo redattore, a chi firma i contratti di edizione in casa editrice, allora è bene che tu ti affidi a un Agente letterario: abbiamo i giusti contatti e sappiamo vendere bene i nostri autori.

Nel frattempo, aspetto il tuo manoscritto in valutazione, così da poter scegliere tra i migliori. E, chi lo sa, il prossimo scelto per la rappresentanza editoriale potrebbe essere proprio il tuo!

Buona lettura e buona scrittura!

Spesso, tra i servizi che offro come agente letterario, c’è anche l’editing, o correzione profonda, del testo. E qui, iniziano i problemi. Il più semplice da risolvere è dato dalla domanda: cos’è l’editing? La risposta è complessa, ma anche semplice per me che me ne occupo da quasi vent’anni.

Cos’è l’editing di un testo

Si tratta di una revisione a più livelli: dialoghi e personaggi; congruenza e stile; intreccio e ritmo; grammatica e sintassi. L’editor lavora sul file Word, usando gli strumenti di scrittura tecnica e il suo intuito, per consigliare, per tagliare, per riassumere o, a volte, allungare un passaggio di un manoscritto.

Il problema più grave è, purtroppo, quando ho di fronte un autore che NON VUOLE – assolutamente e meno che mai – fare un editing del suo manoscritto. Si impunta, si irrigidisce, diventa un muro di gomma sordo e cieco di fronte a qualunque rimostranza. E, le mie, diventano parole al vento…

Perché NON fare editing

In realtà, non ho una risposta. Come autrice, non lo farei solo perché so che sarà il mio futuro editore a farlo. Quindi, lo farò comunque. Allora? Direi che la risposta a questa domanda è: FARETE L’EDITING lo stesso, che vi piaccia, oppure no!

Di contro – e per fortuna direi! – ci sono tutti quegli autori che stimo e con i quali è possibile lavorare per ottenere dei buoni e bei risultati. Che comprendono, ascoltano e, pur facendo molte domande, si informano anche online e, poi, scelgono con attenzione.

Perché FARE editing

A mio avviso, va fatto a livello professionale PRIMA di presentare il manoscritto alle case editrici. Questo perché molti editori selezionano in modo drastico e – talvolta – violento tutto ciò che arriva, sin dalla mail ricevuta, sin dal primo posare dello sguardo sulla sinossi, sin dall’apertura del file allegato. Se in questi primi passaggi c’è un intoppo, l’editor della casa editrice scarterà in automatico la proposta. Quindi, più si è professionali, più si lavora sul testo, più si impara ed è facile trovare la giusta pubblicazione.

Altri autori, infine, sminuiscono la figura dell’editor, la giudicano incapace di lavorare sui testi considerati “fuori dal comune”; si pensa, infatti, che l’editor sia solo lì per giudicare e omologare la scrittura.

Cosa NON è un editor

  • Amico dell’autore: non stiamo qui a indorare la pillola per nessuno, se un passaggio va riscritto, è bene farlo. E si discute parecchio, tra editor e autore: si può diventare anche amici, ma più spesso è una battaglia a suon di colpi di scrittura!
  • Co-autore: l’editor è un sapiente scultore, ma la materia prima ce la mette l’autore. Non siamo co-autori di nulla, siamo editor, appunto.
  • Ladro di idee: se correggiamo un testo con passione e professionalità, ci conviene farlo pubblicare e che, magari, l’autore ci citi nei ringraziamenti. Noi amiamo il lavoro sul testo, di meno la “fama” o la necessità di apparire in pubblico (che è propria dell’autore). Insomma, non rubiamo nulla, ma esaltiamo le idee degli altri.
  • Un omologatore seriale di stili di scrittura: sebbene ci sia una “moda” e un tipo di scrittura più diffuso, in un dato periodo storico, il compito dell’editor è esaltare lo stile dell’autore, non certo quello di cambiarlo.
  • Uno scrittore mancato: alcuni editor scrivono e pubblicano, altri no. Ma tutti gli editor professionisti conoscono le più diffuse tecniche di scrittura e, se vuoi migliorare la tua abilità, ti conviene lavorare con almeno uno di noi.

Cosa È un editor

  • La coscienza (cattiva) dell’autore: oltre alla tecnica, l’editor ha anche intuito e, spesso, capta le indecisioni e le insicurezze dell’autore, per trasformarle in punti di forza.
  • Colui o colei che sceglie i libri da pubblicare in casa editrice: esatto! Quindi, bisogna parlare in modo professionale con questi editor, se si vuole essere pubblicati.
  • Risolve i principali punti deboli dei manoscritti: ovviamente, in base anche alla sua specializzazione.
  • Qualcuno di cui l’autore può (anzi, deve!) fidarsi: il rapporto editor/autore è un atto di fiducia, altrimenti si lavora in modo faticoso e non si impara.
  • Rende credibile ciò che non lo è: la congruenza è, spesso, un problema per molti autori, ma un editor professionista sa come risolvere il problema.

Ricapitolando, l’editing è un’occasione di confronto, dibattito. E di ricerca del “pelo nell’uovo”, di trovare insieme la miglior soluzione tecnica per quello specifico manoscritto, è scrittura tecnica cucita e tarata solo su quel manoscritto, su quell’autore. Tant’è che, spesso, autori professionisti hanno anche editor di fiducia, che li seguono passo dopo passo nella loro carriera, contribuendo – INSIEME, in squadra e non uno contro l’altro – a creare la migliore versione ideale del futuro libro che sarà.

E tu, hai paura dell’editing? Pensi che non sia necessario? Beh, sappi che se pubblichi in autonomia (self publishing), ti sarà molto utile fare editing a livello professionale: non esistono filtri tra te e i lettori, accuseranno te, autore, di superficialità e faranno “le pulci” al tuo manoscritto, mettendo la fatidica singola stellina nelle recensioni. Se, invece, pubblicherai con un editore, sappi che le case editrici lavorano con degli editor, quindi il tuo libro comunque sarà sottoposto a una correzione: sarà meglio, dunque, che tu faccia squadra sin da subito con l’editor, perché così il libro uscirà al suo meglio. Se entrerai in conflitto con l’editor di una casa editrice, rischierai anche conflitti con l’editore e il tuo libro… beh, uscirà l’anno del mai. Punta, invece, a creare un rapporto proficuo con l’editor e, credimi: la qualità della tua scrittura ne gioverà.

Buon editing a tutti!

Buona parte del lavoro di Agente letterario è piazzare autori emergenti presso le migliori case editrici italiane, far prendere loro degli anticipi sui diritti più alti possibile, ottenere il meglio in termini di visibilità e attinenza al catalogo dell’editore.

Da qualche anno a questa parte, Agente letterario si impegna anche a vendere diritti all’estero degli autori italiani che hanno già pubblicato in Italia, presso editori internazionali. E, ovviamente, anche di intere case editrici, che vogliono una rappresentanza per tutto il proprio catalogo.

Lo scambio dei diritti di edizione all’estero

Si tratta dunque di selezionare i migliori libri che, qui in Italia, hanno venduto il più possibile e suddividerli per genere letterario: un giallo o thriller, un romance ad esempio, hanno buone chance di trovare casa anche all’estero. Senza scordarci che il nostro Paese è molto amato, quindi argomenti che riguardano l’Italia, soprattutto nella vita quotidiana e nelle periferie, sono sempre ben accetti.

Bisogna avere un buon editore alle spalle, anche piccolo, ma che abbia distribuito il libro pubblicato, che sia visibile nelle fiere di settore, che possa sostenere l’autore in termini di pubblicità.

Se, nel caso degli autori self-publisher, si ha avuto un buon riscontro di pubblico, Agente letterario ha tutte le possibilità per lavorare anche con voi!

Il Righs Centre del Salone del libro di Torino

Il Rights Centre è uno degli spazi per eccellenza dove proporre autori emergenti, che vogliono dunque trovare un editore in Italia, e anche autori che già hanno pubblicato nel nostro Paese, per la rappresentanza all’estero.

Qui, infatti, durante i colloqui di mezz’ora ciascuno, Agente letterario ha stretto mani, sorriso, preso caffè e parlato di libri con editor, responsabili di redazione di editori noti e commerciali, con chi decide in casa editrice e può dire subito “sì” o “no” a un testo, con un riscontro immediato.

È anche l’occasione per eccellenza – in Italia – per confrontarsi con editori stranieri che acquistano diritti dal nostro Paese. Si tratta, in quella mezz’ora, di vendere dunque i migliori autori.

Per questo, è importante che Agente letterario creda molto nei libri che rappresenta, perché così è più facile ottenere una vendita effettiva.

Al Rights Centre, poi, si incontrano anche produttori audiovisivi di serie tv, cinema ecc., sempre alla ricerca di nuove storie e contenuti validi, da trasporre sul grande e piccolo schermo.

Come fare per ottenere la rappresentanza all’estero

Tutto questo lavoro, che al Salone del libro di Torino raggiunge il suo apice in Italia, è di fatto la “rappresentanza editoriale”, che può avvenire sia per autori inediti o che vogliono “crescere” in Italia, quindi che vogliono trovare un editore nazionale più grande o editore BIG, sia per autori già pubblicati che vogliono vendere i diritti dei loro libri all’estero.

Per essere notati, e dunque rappresentati, da Agente letterario il passaggio è semplice: proporre il proprio manoscritto o libro già pubblicato per una valutazione tecnica professionale. Si tratta di un servizio nel quale si investe, per poche centinaia di euro, che consente però – se il romanzo è ritenuto da Agente letterario ben spendibile sul mercato – di aprirsi alle possibilità VERE di guadagno, sia in Italia, si all’estero.

Se il manoscritto o il libro già pubblicato, infatti, supera la valutazione tecnica, sarà tutto interesse di Agente letterario farlo pubblicare al meglio, in Italia e/o all’estero in varie lingue.

Insomma, per un servizio che costa relativamente poco, le possibilità di guadagno, di lustro e di curriculum per l’autore si moltiplicano esponenzialmente.

La consulenza di Agente letterario può aiutare molto anche a migliorare la propria tecnica, nel caso in cui il manoscritto non fosse ancora pronto a trovare un editore.

Il prossimo incontro per la vendita dei diritti internazionali è alla fiera più grande di editoria del mondo: la Buchmesse di Francoforte, per la quale si inizia a lavorare sin dal mese di giugno.

E allora, cosa aspetti ancora? Proponi il tuo manoscritto ad Agente letterario per la valutazione tecnica. Chissà che il prossimo libro pubblicato – in Italia e/o all’estero e in più lingue – non sia proprio il tuo!

Alla prossima e, come sempre, buona lettura e buona scrittura!

“Voglio che la mia storia sia ricordata!”, mi dice un autore. “Voglio che i miei personaggi diventino memorabili”, mi dice un altro. Sono tutti desideri comprensibili, soprattutto per scrittori emergenti alle prime armi. Anzi, credo che siano anche desideri più “evoluti” di quelli espressi da altri autori, che invece chiedono di essere ricordati loro stessi come “scrittori famosi”, senza però conoscere il processo e le fatiche che portano alla fama. Dunque, in questo articolo voglio darvi dei consigli per “portare alla vita” i migliori personaggi che riuscite a descrivere, e a far vivere nelle vostre pagine.

Le qualità del protagonista

Devono essere umane, anche in generi “surreali” quali l’horror o il fantasy. Ovvero, bisogna dare spennellate ben fatte di vizi e virtù, di difetti e atteggiamenti e stati confusionari tipici dell’essere umano. Anche il nostro protagonista, anche nel caso in cui aspiri al ruolo di “eroe senza macchia e senza paura” dovrà infatti essere umano, avere dei glitch nel comportamento, dei tic o anche solo dei pensieri negativi, una o più giornate “no”. In questo modo, attirerà l’interesse del pubblico, proprio perché imperfetto e “umano”. Questi difetti, inoltre, consentono al lettore di identificarsi persino in un eroe, ovvero in colui o colei che compie azioni fuori dal comune.

Personaggi “normali”

D’altro canto, in letteratura (mi viene in mente, ad esempio, quella russa) esistono miriadi di personaggi memorabili che sono normali, per nulla eccezionali, mediocri, ma che tuttavia vivono situazioni fuori dal comune: Renzo e Lucia, ad esempio, sono ragazzi tipici del loro tempo, eppure la storia costruita da Manzoni è eccezionale, unica. PS. Ammetto di amare di più i personaggi antagonisti o “cattivi” de I promessi sposi, a mio avviso più di spessore. E come non ricordare, ad esempio, il personaggio kafkiano “uomo medio”, comunissimo che, però, si sveglia trasformato in uno scarafaggio? Ecco, questo è quanto sto cercando di dire: anche il banale può diventare memorabile, nel giusto contesto narrativo.

Gli antagonisti

Spesso, succede che ricordiamo di grandi storie lette o viste o ascoltate i personaggi “cattivi”, gli antagonisti. Anzi, questi sono così eccezionali, da eclissare quasi del tutto il protagonista vero e proprio: basti pensare a Dracula, che non è il protagonista narrante, ma è il cattivo affascinante per eccellenza, eppure quasi nessuno si ricorda di Jonathan Harker, mentre Dracula è un nome che, per antonomasia, identifica il vampiro o una persona malvagia e, al contempo, dotata di un carisma immortale.

Un ultimo consiglio

Per creare il tuo protagonista o personaggio memorabile: sfrutta le tue passioni. Ad esempio, se ami l’equitazione, fai un modo che qualcuno nel tuo racconto sappia andare a cavallo, anche se lo mostra una sola volta; in questo modo il personaggio da te creato risulterà più “vero” e avvincente. D’altronde, imbarcarti in una storia di astrofisica può essere interessante, se sai di cosa stai parlando, oppure può risultare “forzata”, per non dire altro, nel caso in cui – come me – tu non capisca nulla di astrofisica!

Infine, ecco un suggerimento di lettura: tra gli autori classici, alcuni dei personaggi che più ricordo sono quelli descritti da Robert Louis Stevenson, divertiti anche tu a leggere o rileggere questo grande classico.

Buona lettura e, come sempre, buona scrittura!

Ci vediamo dal 5 al 10 dicembre a Più Libri Più Liberi, la fiera dell’editoria di Roma – Nuvola di Fuksas EUR

Buongiorno, amici lettori e scrittori, colleghi editori.

Dopo la Buchmesse di Francoforte, lo scambio di diritti degli autori rappresentati da agente letterario prosegue con la fiera dell’editoria di Roma, Più libri più liberi, dentro la suggestiva location della “Nuvola” di Fuksas, all’Eur. Segnate le date sul calendario: dal 5 al 10 dicembre.

Agente letterario sarà spesso presente allo stand “F64 Astro edizioni”, ma anche al rights center per discutere dei titoli in rappresentanza. Abbiamo in cantiere un romanzo storico ambientato nella ex Jugoslavia, un saggio sul cognome delle donne, un’opera di genere fantasy e dei titoli per bambini.

Non stiamo più nella pelle!

Come funziona la rappresentanza

L’agente letterario è un tramite tra gli interessi dell’Autore e quelli dell’Editore. Così come fa l’agente immobiliare, propone i titoli in cui crede di più, che secondo le recenti statistiche di vendita hanno più potenzialità di mercato, e che siano scritti meglio.

Dal lato dell’Autore, il sogno è quello di “vedere il proprio libro sugli scaffali della libreria”, oppure di “pubblicare con un grande editore”. Dal lato dell’Editore, l’obiettivo è pubblicare libri che vendano bene e che siano di qualità, con autori interessati a gestire anche la fase promozionale. L’Agente, dal canto suo, guadagna una percentuale sulle vendite; quindi, è anche suo interesse proporre i titoli che possano arrivar a un vasto pubblico.

La consulenza di Agente letterario è anche legale: l’Autore deve sapere, rigo per rigo, cosa va a firmare e le clausole nascoste sono ovunque. L’Agente è una tutela, in questo senso.

La fiducia tra Autore – Agente – Editore è essenziale, tanto che spesso si stringono anche amicizie, a furia di parlare di bei libri!

Offerta Black Friday e Natale 2023 – Sconto -30%!!!

Per questo, agente letterario seleziona solo i migliori manoscritti, previa valutazione tecnica e analisi approfondita sia della qualità stilistica del testo, sia commerciale.

Se volete entrare in squadra, e pubblicare al meglio delle vostre possibilità, allora acquistate entro il 10 dicembre 2023 un servizio di valutazione tecnica, e avrete diritto SOLO PER I PRIMI 5 AUTORI ADERENTI a uno sconto del -30!

Per aderire, basta inviare il proprio manoscritto completo di sinossi e biografia autore (tutto in formato Word), scrivendo tramite la form alla pagina CONTATTI del sito.

Buona fortuna e, come sempre, buona lettura.

Si sa, la prima volta non sempre è la più bella. Emozionante, che genera trepida attesa e imbarazzo, ma non è detto che sia la “migliore”. Ci vuole esperienza, come per tutte le cose meravigliose che possono accaderci.

E agente letterario ha avuto questa “prima volta” alla fiera del libro più grande del mondo, la Buchmesse di Francoforte dove, forte di un nostro stand per lo scambio di diritti – in collaborazione con la casa editrice Astro edizioni – abbiamo ascoltato, abbiamo parlato, abbiamo appreso con gli occhi e persino mangiato tante caramelle e gustato un’ottima birra tedesca e l’immancabile cioccolato, presenti pressoché ovunque.

La bellezza dei libri era nella loro esposizione, negli stand di editori mondiali (Penguin Random House, Gallimard, Harper Collins… ecc.) così come nei più piccoli stand di case editrici e persino di autori che promuovevano i loro titoli autoprodotti. Sì, perché in Germania l’autopubblicazione è una cosa seria: gli autori self publishers assumono editor, grafici, illustratori, stampano su ottima carta e “si alleano” in gruppo per esporre alla Buchmesse. Tanto di cappello a questi autori, imprenditori seri di loro stessi.

Cosa è emerso? Tantissime informazioni che è difficile riassumere in un unico articolo. Ecco qui un elenco non esaustivo di quanto abbiamo potuto osservare e toccare con mano, in attesa di studiare gli 800 e passa cataloghi e biglietti da visita degli espositori e degli agenti presenti.

1) Pubblicare all’estero

Le speranze di un autore di pubblicare all’estero sono realistiche: si può sempre optare per un translation fund, un fondo per le traduzioni in svariati paesi europei, magari senza aspettative di guadagni altissimi, ma se non altro si ha la possibilità di trovare editori disposti a pubblicare titoli stranieri e di tradurli a loro spese. Si può fare!

2) Dal libro al film

Sperare di finire in una produzione tv o serie o cinema, invece, non è realistica: i contatti che agente letterario ha preso tra i produttori di fiction sono reali, le necessità di questi professionisti di trovare buone storie sono altrettanto reali, un po’ meno che il proprio libro sia effettivamente sceneggiato e poi prodotto e poi distribuito. Troppo complesso.

3) I generi bestseller

I generi letterari più richiesti sono sempre i soliti: dai libri illustrati per bambini cartonati a colori (sia fiction, sia non fiction), fino ai prodotti giocabili con scatole e carte da gioco; si passa poi al romance con elementi storici, allo young adult o new adult, narrativa impegnata, gialli e thriller. Poca la scelta per i bambini middle grade (scuole medie), fantasy e fantascienza (sebbene sia possibile anche in questi generi di nicchia trovare partner in alcune nazioni europee, ad esempio).

4) Lo scambio di diritti

Gli scambi di diritti “seri” si possono gestire solo tramite un agente letterario che acquisti un tavolo per la vendita: girare la fiera come autore, acquistare uno stand espositivo, provare a proporsi alla cieca non è sufficiente. Le trattative economiche vere si fanno al terzo piano di un grattacielo, al centro della City direzionale di Francoforte e il tavolo di agenzia si paga (tanto) e i posti sono limitati. Gli autori, selezionatissimi.

5) I tempi del lavoro di agenzia

Durante la fiera, a meno di non avere un grosso titolo per le mani, è difficile vendere sul serio e firmare, lì per lì, contratti per traduzioni e pubblicazioni. È più un’occasione per conoscere il mercato dell’anno successivo alla fiera, incontrare di persona nuove realtà e professionisti, prednere contatti. Ci vogliono svariati mesi prima e dopo la fiera per scrivere e-mail, telefonare, confrontarsi, proporre e suggerire. Ci vuole pazienza!

Sfiniti, ma contenti e soddisfatti, noi di agente letterario siamo già al lavoro con la nostra agenda, a rimpolpare i già numerosi contatti in nostro possesso, a buttare giù idee e proposte e, carichi come non mai, a iniziare un secondo e poi terzo giro di e-mail e telefonate. Chissà che, alla prossima Buchmesse di Francoforte, il prossimo libro rappresentato da agente letterario non sia proprio il tuo… per scoprirlo, proponimelo in valutazione e in bocca al lupo!

Come si scrive la biografia da presentare a un editore o ad un agente letterario? Come fare in modo di sembrare un “personaggio”, quando sappiamo già di non avere un curriculum letterario degno di nota? Come posso risultare “interessante”, se nella vita non faccio nulla (o quasi)?

Queste sono solo alcune delle domande che, come agente letterario, sento ogni giorno da parte degli autori che mi sottopongono un manoscritto o che acquistano una valutazione tecnica.

Da un lato, penso subito: se non sai dare valore a te stesso o te stessa, se non sai “venderti”, come pensi di catturare l’attenzione di un editore che, in quanto proprietario di un’azienda che deve fatturare, vuole “vendere”?

Dall’altro lato, mi rendo conto che non tutti gli autori sanno “vendersi” bene, e questo articolo ti servirà per iniziare a farlo, a partire proprio dalla tua biografia, ovvero da “chi sei” e “cosa fai”.

Scrivere una biografia: i miei consigli

Ecco, dunque, come si scrive la biografia dell’autore, per catturare l’attenzione e, alla fine, venire selezionati per la valutazione del proprio manoscritto.

1. Evita di scrivere la tua data di nascita

A meno che tu non sia pluricentenario, o molto, molto giovane (es. 12 anni!), non ha senso. Fa scalpore una persona che scrive e si mette in gioco da anziana, oppure davvero da ragazzina. Soprattutto, l’editore non cerca il tuo codice fiscale o la tua carta d’identità, quindi se sei nato/a nel 1981 in quel di Torino, non è un’informazione necessaria, anzi manda in sovraccarico il lettore.

2. Scrivi del tuo lavoro

Qualunque lavoro esso sia, è importante. Intanto perché l’hai scelto e ti qualifica, oppure – se non è il lavoro dei tuoi sogni e ne stai cercando un altro – dillo lo stesso. Lavorare ti consente di inserirti in una cerchia di contatti più o meno vasta; quindi, qualcuno che leggerà il tuo libro (in teoria) esiste ancora prima che venga pubblicato! Se poi il tuo lavoro ti appaga e sei felice, ancora meglio: un autore sereno e fiero di sé trasmetterà questo anche durate le presentazioni dal vivo.

3. Descrivi i tuoi hobby e interessi

Purché sia una biografia breve (massimo mezza pagina Word!), sapere che ami lo sport (quale e perché?), che fai volontariato, oppure che ami viaggiare fa di te una persona ricca di cose da dire, di emozioni da donare e questo, 9 volte su 10, rende anche la tua scrittura più bella.

4. Scrivi una bibliografia corretta delle tue pubblicazioni precedenti

Se hai già pubblicato qualcosa, per cortesia, usa la giusta bibliografia, che è quella del sistema standard di archiviazione (vedi il sito ISBN o quello delle Biblioteche centrali, per intenderci). Quindi, Titolo (in corsivo), Anno di pubblicazione, Editore. Questo farà di te un autore o autrice più professionale, piuttosto che un semplice dilettante!

5. Parla della tua famiglia

Se hai dei figli, un matrimonio (o anche più di uno) alle spalle, cani e gatti, questo ti caratterizza come persona. Dillo, in una riga, ma dillo! È molto diverso sapere che sei un padre o una madre, oppure sapere che non vuoi avere figli. Queste sono scelte che cambiano la tua personalità, nel profondo, quindi è bene rivelarlo.

6. Metti i link ai tuoi profili social e siti web

Vuoi fare lo scrittore, vuoi pubblicare. Vuoi che quel che scrivi sia reso “pubblico”. Ebbene, oggi, il pubblico è online: se non hai un profilo social o più pagine, gruppi e profili, magari anche un sito web aggiornato, non sei un autore professionale. Oggi, più che mai, l’autore (o il suo alter ego / pseudonimo) deve metterci la faccia ed essere presente online.

7. Spiega come intendi promuovere il tuo libro

Sempre usando poche parole, fai capire che sai che dovrai muoverti, per far conoscere te stesso e il tuo libro. Cosa pensi di fare? Chi pensi di contattare? Presso quali associazioni, enti, locali, pro loco ecc. vuoi muoverti? Cosa hai in mente, per farti conoscere?

8. Dichiara il tuo disagio

Se soffri di una patologia, o hai un disagio psichico, fallo sapere in modo ironico oppure in modo diretto, ma mai superficiale. Ho lavorato con alcuni autori che hanno dichiarato esplicitamente di soffrire di disturbo bipolare; ebbene, hanno pubblicato e venduto, perché si sono esposti e hanno trovato il modo di parlare anche di questo lato di loro stessi, perché è sempre possibile raggiungere i propri obiettivi.

9. Dichiara il tuo pregio

D’altro canto, se hai una super-vista, oppure una dote fisica o psichica particolare – soprattutto se accertata e non inventata! –, anche questo è un aspetto della tua personalità che ti fa distinguere dalla media delle persone. Racconta perché e come la gestisci!

10. Usa uno stile personale

Qualche autore è molto ironico, o autoironico: allora, è bene che scriva la sua biografia in questo modo, così arriverà più diretta al lettore professionista. Qualcun altro viene dalla burocrazia e passa ore col naso nei libri più complessi: se è nelle sue corde, che usi uno stile più formale e autorevole. Insomma, anche lo stile con cui ti descrivi fa la differenza!

Come può aiutarti un agente letterario?

Bene, con una biografia che rispetti questi dieci punti (o la maggior parte di essi), scritta in italiano corretto e fluido, hai catturato l’attenzione. Ti sei presentato sia come persona, sia come professionista e hai dato di te degli elementi in più per valutarti come autore. Ora, se vuoi, puoi sottopormi la tua biografia, inviandola per e-mail tramite la form CONTATTI sul sito web: www.agenteletterario.it. Ti aiuterò a renderla più professionale!

E, come sempre, buona lettura e buona scrittura!

Amici autori e colleghi editori, oggi voglio presentarvi un editore che stimo molto, fondatore del marchio Acheron Books, che pubblica fantasy italiano e di cui ho a casa svariati titoli di autori emergenti e non (in un caso, persino di un autore nazionale bestseller, Livio Gambarini, oggi pubblicato anche da Piemme, del gruppo Mondadori). A dimostrazione del fatto che, talvolta, per pubblicare con editori Big, si può passare anche da editori “small”, ma che sanno davvero muoversi bene.

La verve di Mauro e del suo staff è evidente in tutte le fiere dove presenziano, e sono tante, sia di libri sia di giochi. Il catalogo Acheron, infatti, non è solo libri, ma anche giochi da tavola e giochi di carte.

Leggiamo dunque le parole di Mauro Longo per capire come funziona Acheron Books, dove sta andando e cosa bolle in pentola.

Buongiorno Mauro, vuoi parlarci un po’ di te e del progetto Acheron Books?

Acheron è un progetto editoriale nato qualche anno fa, che nasce piccolo, ma ha mire alte, sia in termini numerici che qualitativi. Innanzitutto, ha una visione editoriale ben precisa: pubblicare narrativa fantastica, di forte e riconoscibile matrice italiana – nei temi, negli scenari, nei personaggi, nelle citazioni – e diffonderla in tutto il mondo.

A questi pilastri iniziali si sono aggiunti nel tempo nuove colonne: le storie pubblicate devono sempre avere high concept quanto più possibile originali e comunicabili, e devono in teoria poter dare vita a delle proprietà intellettuali interessanti e spendibili anche su altri media. Dalle collane originali di narrativa ci siamo poi spostati di recente anche verso il mondo del gioco, dapprima con i librogame e, adesso, anche con i giochi di ruolo, due settori che sono molto vicini alla narrativa. A parte la forma tecnica di questi prodotti, tutti i parametri di cui sopra rimangono in essere.

Da vostra esperienza, come ha influito la pandemia Covid sul mercato dei libri? E nel filone del fantasy?

Le vendite sulla narrativa hanno avuto un forte rallentamento con la difficoltà di frequentare librerie e caffé letterari, e con il blocco delle fiere di settore, ma per fortuna noi abbiamo scelto di essere fin da subito presenti anche nei grandi e-commerce online, per cui il problema è stato molto limitato. I settori del librogame e del gioco di ruolo, per nostra percezione, non hanno avuto invece alcuna flessione.

Molto spesso, gli autori non hanno idea da dove partire per promuoversi. Cosa consigli a un autore emergente?

Consiglio di dimostrarsi una voce interessante e coinvolgente nel settore, di usare i social media, i blog, i podcast, Twitch o YouTube, di scrivere o parlare su testate riconosciute o e-zine, di recensire o presentare i libri degli altri, insomma di dimostrarsi una persona interessante, preparata e che abbia cose da dire e mostrare.

E ancora: trovare impiego o attività in qualche redazione piccola o grande, collaborare con case editrici e giornali, seguire corsi ed eventi di scrittura, toccare con mano il lavoro pratico della scrittura e dell’editoria, partecipare a concorsi, workshop, fiere, insomma essere parte di questo sontuoso e traballante carrozzone. Prima di andare in giro a proporre le proprie storie, conviene sempre essere ingranaggio di questa macchina e capirne un po’ meglio le dinamiche dall’interno.

Acheron ha una bellissima collana di giochi di ruolo, vuoi parlarcene?

Siamo partiti da poco più di due anni, ma abbiamo già degli ottimi titoli in catalogo, o in pre-ordine, sia nostri che in collaborazione con altre case editrici. In tutti questi casi, il nucleo fondamentale è quello del fantastico italiano: si passa dall’Italia primordiale e a tinte fosche di Primi Re, un horror-fantasy ambientato al tempo della fondazione di Roma, a Lex Arcana, che invece porta in scena un fantasy a tema romano, eroico e luminoso; da Brancalonia, che incarna completamente lo stile eroicomico italiano e cita tutta la letteratura e perfino la filmografia di riferimento, a Inferno, che permette di ripercorrere il viaggio oltremondano di Dante con il regolamento di Dungeons & Dragons. Tutti questi titoli hanno già cominciato – più o meno segretamente – dei percorsi paralleli su altri media, cosa che ne dimostra la grande potenza comunicativa.

Come funzionano le piattaforme crowdfunding, in merito al lancio di progetti editoriali? Sono fattibili anche per gli autori self publishers?

Per adesso è la domanda che tutti ci facciamo: quello che è ormai consolidato per il gaming, anche analogico (giochi da tavolo, librogame e giochi di ruolo, per esempio), può valere anche per narrativa, saggistica e graphic novel? Secondo me, la risposta è “sì”, purché si trovi la formula giusta e il giusto progetto da presentare.

Si tratta solo, come in tutte le cose, di farsi pionieri, imbroccare i primi risultati positivi e aprire la strada al settore. Dopotutto, se guardo i progetti di gioco di ruolo di qualche anno fa, invece che milioni di dollari vedo cifre cento volte più ridotte, e la stessa cosa avviene studiando i progetti per i librogame, dai primi fallimenti dei progetti creati prima del 2018 al recentissimo Alba che ha raccolto 10mila sottoscrittori e oltre 300.000 euro. Insomma: tutto si può fare, basta trovare la maniera giusta di farlo!

Grazie per il tuo tempo, Mauro, a presto.

Via le parole “grasso”, “nano”, “brutta” quando si scrive, in nome dell’inclusione e del politically correct. Ma non sono io, agente letterario, a dirlo, e la questione non riguarda solo gli autori emergenti, i self-publisher o anche gli scrittori professionisti. Qui la faccenda è seria, a partire dalla decisione della casa editrice Puffin Books di rieditare i libri dell’autore classico per bambini, Roald Dahl, a trent’anni dalla sua morte, cambiando alcune parole che lo scrittore aveva scelto in riferimento alla figura femminile, alle persone di bassa statura, ai personaggi con problemi di peso.

Una scelta criticata, discussa da più parti proprio in questi giorni, che apre un dibattito sociale, filosofico, culturale, morale e anche con risvolti legali. Gli articoli più letti al riguardo, nel mondo, parlano di minare con questa forma di censura la libertà di espressione di un autore deceduto, di cui hanno diritto solo gli eredi e, sebbene in taluni casi la prosa di Dahl sia – per un lettore moderno – “pesante” e piena di giudizi morali ed estetici, la protesta intellettuale sull’operazione Puffin Books riguarda anche la possibilità per i bambini e i ragazzi di oggi di contestualizzare, capire che una scelta stilistica era fatta in base a un modo di pensare e di agire adatto all’epoca in cui è stata scritta; si mina la possibilità di filtrare il messaggio e comprendere quanto un termine sia “sbagliato” e perché. Si toglie, insomma, la facoltà ai più giovani, durante la lettura, di avere una propria autonomia di pensiero e decidere cosa è giusto o meno.

Censurare un contenuto di un’opera, a partire anche dalle fiabe classiche (ad esempio con i lungometraggi della Disney), può avere anche risvolti pedagogici negativi: per una certa fascia di età, è fondamentale per lo sviluppo sapere che esiste il buono e il cattivo, il lupo, il mostro, il bene e il male. Tornare a leggere ai nostri figli, ad esempio, è un modo per spiegare e contestualizzare, per sviluppare il senso critico dei ragazzi e degli adulti che verranno.

Invece di cancellare o riscrivere i classici (fiabe o racconti che siano), io come agente letterario, ma anche come madre, auspico che i bimbi e i ragazzi di oggi possano fruire di qualsiasi medium (dalle serie tv ai videogame, passando per i libri e i graphic novel), anche quando possibile con la vicinanza di un adulto, che non vengano abbandonati a loro stessi durante la lettura o il gioco, ma che siano affiancati da delle figure di riferimento, ad esempio dagli stessi insegnanti nelle scuole, per parlare e dibattere e sviscerare paure o pensieri negativi.

Anche attraverso il filtro di un adulto e con il dibattito tra coetanei, infatti, un libro o un gioco fanno cultura, non solo per le parole usate da un autore. Cultura è ciò che resta nell’inconscio e forma il carattere, forse e soprattutto quando questo passaggio cognitivo viene fatto colpendo l’inconscio in modo crudo e diretto.

Cosa ne pensate voi, al riguardo? Attendo i vostri commenti e, come sempre, buona scrittura!