L’editing serve o no?

Spesso, tra i servizi che offro come agente letterario, c’è anche l’editing, o correzione profonda, del testo. E qui, iniziano i problemi. Il più semplice da risolvere è dato dalla domanda: cos’è l’editing? La risposta è complessa, ma anche semplice per me che me ne occupo da quasi vent’anni.

Cos’è l’editing di un testo

Si tratta di una revisione a più livelli: dialoghi e personaggi; congruenza e stile; intreccio e ritmo; grammatica e sintassi. L’editor lavora sul file Word, usando gli strumenti di scrittura tecnica e il suo intuito, per consigliare, per tagliare, per riassumere o, a volte, allungare un passaggio di un manoscritto.

Il problema più grave è, purtroppo, quando ho di fronte un autore che NON VUOLE – assolutamente e meno che mai – fare un editing del suo manoscritto. Si impunta, si irrigidisce, diventa un muro di gomma sordo e cieco di fronte a qualunque rimostranza. E, le mie, diventano parole al vento…

Perché NON fare editing

In realtà, non ho una risposta. Come autrice, non lo farei solo perché so che sarà il mio futuro editore a farlo. Quindi, lo farò comunque. Allora? Direi che la risposta a questa domanda è: FARETE L’EDITING lo stesso, che vi piaccia, oppure no!

Di contro – e per fortuna direi! – ci sono tutti quegli autori che stimo e con i quali è possibile lavorare per ottenere dei buoni e bei risultati. Che comprendono, ascoltano e, pur facendo molte domande, si informano anche online e, poi, scelgono con attenzione.

Perché FARE editing

A mio avviso, va fatto a livello professionale PRIMA di presentare il manoscritto alle case editrici. Questo perché molti editori selezionano in modo drastico e – talvolta – violento tutto ciò che arriva, sin dalla mail ricevuta, sin dal primo posare dello sguardo sulla sinossi, sin dall’apertura del file allegato. Se in questi primi passaggi c’è un intoppo, l’editor della casa editrice scarterà in automatico la proposta. Quindi, più si è professionali, più si lavora sul testo, più si impara ed è facile trovare la giusta pubblicazione.

Altri autori, infine, sminuiscono la figura dell’editor, la giudicano incapace di lavorare sui testi considerati “fuori dal comune”; si pensa, infatti, che l’editor sia solo lì per giudicare e omologare la scrittura.

Cosa NON è un editor

  • Amico dell’autore: non stiamo qui a indorare la pillola per nessuno, se un passaggio va riscritto, è bene farlo. E si discute parecchio, tra editor e autore: si può diventare anche amici, ma più spesso è una battaglia a suon di colpi di scrittura!
  • Co-autore: l’editor è un sapiente scultore, ma la materia prima ce la mette l’autore. Non siamo co-autori di nulla, siamo editor, appunto.
  • Ladro di idee: se correggiamo un testo con passione e professionalità, ci conviene farlo pubblicare e che, magari, l’autore ci citi nei ringraziamenti. Noi amiamo il lavoro sul testo, di meno la “fama” o la necessità di apparire in pubblico (che è propria dell’autore). Insomma, non rubiamo nulla, ma esaltiamo le idee degli altri.
  • Un omologatore seriale di stili di scrittura: sebbene ci sia una “moda” e un tipo di scrittura più diffuso, in un dato periodo storico, il compito dell’editor è esaltare lo stile dell’autore, non certo quello di cambiarlo.
  • Uno scrittore mancato: alcuni editor scrivono e pubblicano, altri no. Ma tutti gli editor professionisti conoscono le più diffuse tecniche di scrittura e, se vuoi migliorare la tua abilità, ti conviene lavorare con almeno uno di noi.

Cosa È un editor

  • La coscienza (cattiva) dell’autore: oltre alla tecnica, l’editor ha anche intuito e, spesso, capta le indecisioni e le insicurezze dell’autore, per trasformarle in punti di forza.
  • Colui o colei che sceglie i libri da pubblicare in casa editrice: esatto! Quindi, bisogna parlare in modo professionale con questi editor, se si vuole essere pubblicati.
  • Risolve i principali punti deboli dei manoscritti: ovviamente, in base anche alla sua specializzazione.
  • Qualcuno di cui l’autore può (anzi, deve!) fidarsi: il rapporto editor/autore è un atto di fiducia, altrimenti si lavora in modo faticoso e non si impara.
  • Rende credibile ciò che non lo è: la congruenza è, spesso, un problema per molti autori, ma un editor professionista sa come risolvere il problema.

Ricapitolando, l’editing è un’occasione di confronto, dibattito. E di ricerca del “pelo nell’uovo”, di trovare insieme la miglior soluzione tecnica per quello specifico manoscritto, è scrittura tecnica cucita e tarata solo su quel manoscritto, su quell’autore. Tant’è che, spesso, autori professionisti hanno anche editor di fiducia, che li seguono passo dopo passo nella loro carriera, contribuendo – INSIEME, in squadra e non uno contro l’altro – a creare la migliore versione ideale del futuro libro che sarà.

E tu, hai paura dell’editing? Pensi che non sia necessario? Beh, sappi che se pubblichi in autonomia (self publishing), ti sarà molto utile fare editing a livello professionale: non esistono filtri tra te e i lettori, accuseranno te, autore, di superficialità e faranno “le pulci” al tuo manoscritto, mettendo la fatidica singola stellina nelle recensioni. Se, invece, pubblicherai con un editore, sappi che le case editrici lavorano con degli editor, quindi il tuo libro comunque sarà sottoposto a una correzione: sarà meglio, dunque, che tu faccia squadra sin da subito con l’editor, perché così il libro uscirà al suo meglio. Se entrerai in conflitto con l’editor di una casa editrice, rischierai anche conflitti con l’editore e il tuo libro… beh, uscirà l’anno del mai. Punta, invece, a creare un rapporto proficuo con l’editor e, credimi: la qualità della tua scrittura ne gioverà.

Buon editing a tutti!