La maggior parte degli autori che mi contattano hanno alte (altissime) aspettative. 90 su 100 persone che hanno scritto un libro pensano che questo sia il futuro bestseller internazionale, e che loro diventeranno presto “famosi” e “ricchi”.
Poi, si scontrano con la dura realtà: mesi a cercare un editore, se non anni, nessuna proposta o solo a pagamento; oppure, quando arriva la pubblicazione gratuita, il libro in libreria non si trova, e alla fine il rendiconto è misero (ho visto venduti anche di marchi editoriali noti pari a 7 – sette – copie in un anno).
L’autore, allora, o pensa di essere incompreso e che editori e agenti letterari siano in errore (ho sentito dire molto peggio, della nostra categoria…), oppure pensa di non valere nulla e si chiude nella sua depressione, lasciando il romanzo nel cassetto.
Per fortuna, 10 persone su 100 che seguo hanno il coraggio, la voglia e la necessità di capire davvero, di informarsi, di imparare. Ed è su loro che, come agente ed editore, io punto.
In ogni caso, quando la storia che abbiamo in mente vale la pena, ovvero può interessare un pubblico più o meno ampio (che, quantomeno, esca dalla propria cerchia di amici e famigliari)? Quando vale la pena, per un editore o un agente letterario, investire tempo e denaro sopra un manoscritto, per di più di un autore emergente?
Un buon romanzo o racconto, una buona storia descrivono un aneddoto, un piccolo spicchio di realtà, e la rendono “significativa” e seducente: il non detto, la relazione tra i personaggi, lo stile narrativo, il lessico scelto con cura, i punti di svolta, l’intreccio, il ritmo, i dialoghi, saper sedurre attraverso le parole, far sembrare semplice l’uso di tecniche di scrittura molto complesse… avere uno scopo. Ecco, un buon libro, a mio avviso, è tutto questo e forse, soprattutto il suo valore è nello scopo che si prefigge. Perché scrivi, cosa vuoi comunicare? E per chi scrivi? Queste domande sono fondamentali in fase di progettazione di un racconto, e in fase di scrittura.
Se sai scrivere e hai esperienza narrativa (o saggistica), ma non hai un perché, ti sconsiglio di pubblicare, fermati. Se, invece, sai a chi rivolgerti, hai un perché e possiedi anche la tecnica, e pensi che la tua idea possa essere arricchita di significato, allora… buona pubblicazione!