A tu per tu con Livio Gambarini, editor e autore

Agente Letterario | Editing e Promozione Libri Inediti | Francesca Costantino

Livio Gambarini è scrittore (sua la saga Eternal War per Acheron e il recente Ottone. Il primo dei Visconti, scritto con Alex Calvi per Piemme) e anche editor, oltre che consulente professionista di scrittura. Ha fondato, infatti, Rotte Narrative e organizza corsi di editoria e scrittura. Di Livio mi piace sia l’abilità narrativa, sia una grandissima qualità: la voglia di migliorarsi sempre, studiare e conoscere. È un autore in forte crescita, che sa anche trasferire le sue conoscenze, con passione. Un ottimo esempio, dunque, di come si fa l’autore oggi, anche in un contesto di editoria commerciale. 

Livio sarà live sulla pagina Agente letterario, giovedì 20 maggio 2021 alle ore 14:00, pronto a rispondere a tutte le vostre domande. Vi aspettiamo numerosi!

Buongiorno Livio, parlaci un po’ di te, dei tuoi hobby e interessi, oltre che della tua professione.

Ciao Francesca, grazie dell’invito! Dunque, io sono uno scrittore di romanzi ad ambientazione medievale, sia realistici che fantastici, e sono portabandiera della faticosa battaglia volta a rivalutare il fantasy italiano e dargli dignità. Sono anche un insegnante di narratologia e un imprenditore: ho fondato Rotte Narrative, una realtà didattica rivolta agli aspiranti scrittori italiani che puntino a diventare scrittori professionisti.

Sono appassionato di videogiochi strategici, sparatutto open world, e come tanti miei colleghi adoro giocare di ruolo (sono master di D&D da oltre quindici anni). Ho praticato recitazione, kung fu, parkour e trekking in montagna; tra le materie che più mi affascinano al momento ci sono Storia, Psicologia e Marketing strategico.

Complimenti, intanto, per la buona notizia: la tua saga Eternal War (fantasy storico ispirato al viaggio di Dante nella Divina Commedia) è candidata al Premio Italia. Vuoi parlarci di questa avventura e di come è nata la saga?

Eternal War è la prima saga fantasy che ho pubblicato e ci sono affezionatissimo. Mi ha dato soddisfazioni gigantesche fin dal primo volume: le testate americane Amazing Stories e Red Sun Magazine l’hanno recensito in toni davvero positivi, Geek.com l’ha addirittura annoverato nella lista dei 10 fantasy contemporanei più interessanti di un autore non anglofono.

La saga è nata da uno dei tre concept che proposi ad Acheron Books alla fine del 2014; come hai detto tu, i protagonisti sono Dante e Guido Cavalcanti. Mi premeva parlare della mentalità faziosa dell’Italia dei guelfi e ghibellini, che nelle vite di quei due grandi poeti ebbe un impatto drammatico, perciò ho creato delle creature fantastiche che mi permettessero di mettere in scena quella mentalità e i conflitti che ne scaturivano. Queste creature sono gli Ancestrarchi, spiriti custodi delle famiglie fiorentine nobili o popolane, ispirati ai Penati dell’antica Roma e responsabili delle scelte degli umani che proteggono e che manipolano. 

Ora che la saga è completa, sto raccogliendo frutti del duro lavoro che ho compiuto: ringrazio di cuore i lettori vecchi e nuovi, che stanno adorando il volume conclusivo e mi bombardano di messaggi, recensioni e stories su Instagram. È stato un viaggio faticoso che ha richiesto montagne di studio, ma grazie a voi ne è valsa la pena!

Ci siamo conosciuti in fiera, intenti a promuovere i nostri amati libri. Hai qualche aneddoto da raccontare, qualche suggerimento di promozione per gli autori emergenti?

Ah, le fiere, quanti bei ricordi! La promozione è sempre una questione spinosa. Ci sono due aspetti che accomunano la maggior parte degli autori emergenti destinati ad arenarsi: 1) il ritenere di non dover imparare nulla, di disporre già di tutte le capacità e le conoscenze necessarie per realizzare le proprie ambizioni (cosa quasi sempre falsa) e 2) Il concentrarsi su sé stessi e sul proprio libro in fase di promozione, invece di concentrarsi sulla creazione di una community di lettori. 

Nel mio lavoro, mi capita quotidianamente di dare supporto a chi si trovi in queste situazioni; un primo suggerimento per chi si accinga a salire la china è di sviluppare le capacità che gli altri trascurano o considerano indegne di un autore: vendita diretta, public speaking, online marketing, copywriting, social media managing. Chi eccelle in qualcuno di questi campi ha un innegabile vantaggio sugli altri, e sono capacità che si possono imparare guardando video su YouTube e facendo un po’ di pratica.

Un secondo consiglio è di leggere i libri di altri esordienti della vostra nicchia, scrivere recensioni, intervistare autori più esperti nel vostro settore. Così facendo vi farete conoscere nell’ambiente come qualcuno che dà, e non gli ennesimi che sono lì per chiedere; in generale cercate di dare sempre un po’ di più di quello che vorreste ricevere in futuro; trovate un modo per spiccare tra la massa, possibilmente in positivo. 

Poi l’amara verità è che, quando l’esordiente tipico pubblica un libro, è già troppo tardi per far sì che quel libro abbia successo. La promozione che funziona è quella che mette a frutto un lavoro iniziato ben prima; è il percorso che precede la stesura a trasformare un dilettante allo sbaraglio in un professionista già destinato a fare strada. Senza il bagaglio tecnico (e strategico) del vero scrittore, la miglior campagna pubblicitaria sarà come gettare semi su un marciapiede.

Hai scritto molto, la tua gavetta è stata propedeutica per il salto nella grande editoria. Com’è stato questo passaggio, che ti ha portato in Piemme (insieme ad Alex Calvi), con Ottone. Il primo dei Visconti?

Il passaggio alle Big è stato un po’ diverso da come me l’ero aspettato; speravo che ci sarebbe stato un maggior salto, una maggiore differenza rispetto al mondo delle CE di dimensioni medio-piccole, invece molte delle dinamiche a cui ho assistito mi erano già familiari. Certo, il personale della CE è più numeroso, le tirature sono maggiori e quando si firma un contratto si riceve un gradevole anticipo in denaro, ma molte delle azioni necessarie al successo del libro rimangono le stesse che mi ero abituato a compiere durante la gavetta. È il riflesso dell’epoca di crisi in cui viviamo, in cui anche le grandi CE dispongono di poche risorse e sono costrette a concentrarle sui maggiori cavalli di battaglia delle loro scuderie. Poco male, continuerò a darci dentro come ho sempre fatto, e con gradualità continuerò a far crescere il mio bacino di lettori. Devo dire che la pubblicazione con Piemme sta dando a questo processo una splendida accelerata!

Scrivi libri appassionanti, perché sei tu stesso appassionato di quel che scrivi. Qual è il tuo approccio con lo studio, propedeutico alla scrittura di una nuova trama?

Spesso si sente dire che gli scrittori professionisti scrivono ogni giorno; è solo una mezza verità, anzi, un quinto di verità. Il principio corretto è che i professionisti ogni giorno lavorano ai loro libri, il che comprende: 1) Studio della narratologia 2) documentazione 3) costruzione e architettura del libro 4) stesura e revisione 5) lettura critica e betareading di romanzi altrui.

Chi veramente adora scrivere non trae diletto solo dall’atto in sé della scrittura (quelli si chiamano dilettanti), ma svolgendo tutte le attività che gli permetteranno di scrivere sempre meglio romanzo dopo romanzo, al fine di comporre storie capaci di conquistare il pubblico e rimanere impresse. La documentazione è la fase fondamentale in cui l’autore si guadagna il diritto di chiedere il tempo necessario alla lettura. E non parlo solo di romanzi storici: che si tratti di un thriller o di un romance, di un mainstream letterario o di un fantasy, un libro privo di documentazione tenderà sempre a ridursi al borbottio autoreferenziale del suo autore. Perché dovrebbe interessare a qualcuno? Chi si documenta ha compreso che il compito dell’autore è veicolare un significato, consentire al lettore di interpretare un qualche aspetto del mondo che prima gli era vago o sconosciuto, e che questo è incompatibile con l’invenzione destrutturata e improvvisata di quasi tutti i dilettanti. La documentazione dona consistenza al mondo narrativo che il romanzo mostrerà al lettore, conferendogli solidità e rilevanza; non dimentichiamoci che ogni buon libro deve saper dire qualcosa alla mente, oltre che al cuore. 

In ultimo, cosa consigli a un autore che, abile e volenteroso, voglia diventare uno scrittore professionista?

In primo luogo, gli consiglio di fare piazza pulita dei tanti falsi miti che ha sul mondo editoriale, sulla scrittura e sul sentiero che ha di fronte. Lo attende un percorso duro, durissimo, con sfide e ostacoli innumerevoli ai quali è del tutto impreparato quando intinge la penna nel calamaio per la prima volta. 

In secondo luogo, gli raccomando di abbracciare il prima possibile la mentalità seria e concreta dell’artigiano, abbandonando tanto la mediocrità del dilettante quanto le pose dell’artista. Benché i pigri e i vanitosi tendano a dimenticarlo, infatti, tutti i grandi artisti hanno cominciato come artigiani. Gli artigiani sono i veri professionisti della scrittura: chi non mette le briglie al proprio ego al più presto e non diventa padrone di sé stesso, cadrà inevitabilmente nei pantani della procrastinazione, della sindrome da riscrittura infinita e degli innumerevoli blocchi psicologici descritti dagli autori di ogni tempo, e non è detto che riesca poi a districarsene. 

In ultimo, abile e volenteroso autore, io ti consiglio di studiare seriamente la narratologia prima di scrivere il tuo prossimo romanzo. In Italia se ne accorgono ancora in pochi, ma c’è una differenza abissale tra le probabilità di successo di coloro che si accontentano dello stile amatoriale degli autodidatti e coloro che invece studiano i principi stilistici contemporanei, che permettono di costruire storie davvero efficaci. È proprio per questo che ho creato il canale YouTube di Rotte Narrative, che contiene un’autentica miniera di spunti, suggerimenti e nozioni pratiche per evitare agli autori di cadere in queste trappole e raggiungere le soddisfazioni che sognano. Certo, bisogna vedere quanto l’aspirante autore ci tiene davvero a farcela, ma quando la scrittura è una passione bruciante, non c’è nulla in grado di interrompere il raspio della penna e il ticchettare della tastiera!