A tu per tu con… Francesca Noto
Buongiorno amici! Oggi, parleremo di traduzione e anche di geolocalizzazione, ovvero come interpretare un testo da inserire nell’ambito sociale e culturale del Paese dove sarà poi pubblicato. Perché sembra facile tradurre un testo in modo letterale, ma serve anche interpretazione, oltre che conoscenza profonda del proprio bagaglio culturale.
Ne discutiamo con Francesca Noto, traduttrice professionista, giornalista esperta di videogame e anche autrice di una saga urban fantasy, per Astro edizioni.
Francesca sarà nostra ospite live, sulla pagina Agente letterario, con una diretta nella rubrica “A tu per tu con l’autore”, giovedì 22 aprile 2021, alle ore 15:00.
Buongiorno Francesca, parlaci un po’ di te, so che da anni traduci per case editrici nazionali e sei anche giornalista di videogiochi, giusto?
Innanzitutto, grazie di questa opportunità e di questa chiacchierata! In realtà, ho proprio iniziato la mia carriera come giornalista di videogiochi, la bellezza di vent’anni fa, presso Play Press Publishing, casa editrice specializzata che al tempo si occupava di magazine come Game Republic, PSM e Pokémon World, quest’ultima una testata che ho curato per anni come editor.
Al tempo stesso, ho iniziato con le traduzioni di riviste specializzate, e più avanti, dopo essermi messa in proprio, sono approdata alla traduzione letteraria con diverse case editrici nazionali, tra cui Mondadori, Mondadori Urania, Newton Compton, Fanucci, Multiplayer Edizioni.
Inoltre, da alcuni anni lavoro anche come traduttrice nell’ambito dei videogiochi, e insegno in corsi di traduzione specializzata. Per non farmi mancare nulla, scrivo anche romanzi fantasy ispirati alla mitologia norrena.
Vuoi raccontarci come sei approdata al mondo della scrittura, tecnica e non?
Posso dire che, in effetti, scrivo per piacere e passione dai tempi dell’adolescenza. La traduzione letteraria è stata un approdo naturale, che ha coniugato il mio amore per la lingua inglese e quello per la scrittura creativa.
Dopo la laurea (in Lettere antiche con indirizzo archeologico, altra mia passione), ho avuto l’opportunità di iniziare a lavorare come traduttrice e giornalista specializzata in videogiochi, e da lì è partito tutto. I primi romanzi che ho tradotto erano proprio tratti da opere interattive di successo, prodotti squisitamente crossmediali. Da lì, sono arrivata a lavorare con diverse case editrici nazionali.
Cosa consigli a chi volesse iniziare un percorso per diventare traduttore?
Prima di tutto, di non scoraggiarsi, perché il mercato può sembrare un po’ “chiuso”, nel nostro Paese, ma in realtà le opportunità oggi sono moltissime: basti pensare ad ambiti come la localizzazione di app e videogiochi, per esempio, oppure ambiti come il sottotitolaggio, la transcreation o il full post-editing a partire da machine translation.
L’importante è mettersi in gioco e non aver paura di fare “gavetta”: all’inizio, si può partire da progetti amatoriali e piccole case editrici, ampliando il parco clienti con gradualità e pazienza, senza mai smettere di aggiornare il curriculum e guardarsi intorno. C’è anche da dire che oggi ci sono possibilità molto interessanti nel campo dei master di specializzazione in traduzione: per dirne una, da poco è nata una scuola specializzata proprio in localizzazione videoludica in tutti i suoi aspetti. Si chiama GLOS – Game Localization School, e posso dire con un pizzico di orgoglio di farne parte.
Oltre ai videogame e alle traduzioni, sei autrice di una saga urban fantasy, con mitologia norrena, uscita per Astro edizioni: Il segno della tempesta; I figli della tempesta; L’ultima tempesta. Cosa ci racconti in merito?
Esatto, come dicevo non mi faccio mancare nulla! Dal classico romanzo scritto ai tempi dell’università e tenuto in un cassetto (per la bellezza di dieci anni!), poi completamente riscritto prima della pubblicazione, sono arrivata a una trilogia intera. Ammetto che non l’avrei mai immaginato!
La mitologia norrena mi ha sempre appassionato, e in effetti è l’impianto fantasy su cui si basa la storia della mia saga. Poi c’è la volontà di raccontare una storia che abbia un messaggio profondo e lasci qualcosa al lettore, quando avrà finito l’ultima pagina. Spero di esserci riuscita, perché per me un libro deve rimanerti dentro in qualche modo, quando hai finito di leggerlo.
A proposito di traduzioni, la tua saga è anche tradotta in inglese e pubblicata all’estero. Hai qualche aneddoto da raccontarci in merito?
A parte che è stata un’emozione senza pari vedere la traduzione della mia storia, ma la cosa più buffa è stata forse che, rileggendola in inglese, mi sono trovata a pensare che certi passaggi risultassero ancora più intensi che in italiano. Era come se avessi scritto già in originale, con in mente la traduzione in inglese. Deformazione professionale?
Quali sono i tuoi progetti per il futuro, cosa bolle in pentola?
Come ho accennato, mi sto dedicando molto anche alla formazione, ultimamente, sia con i corsi di specializzazione offerti da Vigamus Academy, sia con questa nuova avventura della Games Localization School, che partirà tra aprile e maggio.
Per quanto riguarda la scrittura, sto lavorando a uno spin off della mia saga fantasy dedicato a uno dei personaggi che i lettori hanno apprezzato di più, il berserkr Ashur, ma anche a un romanzo per ragazzi in cui ci sarà un’altra delle mie eterne passioni (come sa chi segue i miei profili social): l’equitazione.
Grazie, Francesca Noto, ti aspettiamo sulla pagina di Agente letterario giovedì 22 aprile 2021, alle ore 15:00 per il live, nella rubrica “A tu per tu con l’autore”.